martedì 1 aprile 2014

Dove siamo?!

Quando eravamo ragazzi c'era una sala di registrazione. Beh, ce ne erano più di una. Ma questa in particolare per me ha importanza perché è stata la prima. Per carità, ricavata da una cantina, ma era un regno intero.
Il suono riverberava all'interno della sala e spesso uscivi con un mal di testa mostruoso, ma felice.
Ascoltavi gli amici suonare ed era bello e ti si gonfiava il cuore in petto e venivi attraversata dalla potenza della musica, che non ha confini e la cui potenza è anche una tenera carezza.
Era meraviglioso. E io stavo benissimo.
Anche io ho sempre amato cantare e, di quando in quando, durante questi anni l'ho fatto.
Sono troppo timida per "scoprirmi", anche se a volte, nelle varie case degli amici, cantare ho cantato. Che vuoi, siamo più o meno tutti figli della musica. E allora tutti insieme a farla, la musica. E quando cantavo non c'era né c'è niente altro al mondo.
Perché in quel momento siete tu e te stessa che celebrate la vostra gioia, la vostra emozione e la vostra potenza. E siete voi lo strumento. E' la sensazione più meravigliosa che possiate mai provare. Credetemi quando vi dico che niente, nessuna emozione, nessun tocco, nessuno stato emotivo, nel bene e nel male, nella vita e nella morte, è paragonabile al canto. Ad essere uno strumento della musica. Ti senti invasa da una magia ed un fuoco che sono solo tuoi. In quel momento sono per te.
Darei oro per poter cantare ancora. Ma non posso.
Che ci vuoi fare?! A volte il tuo corpo non va di pari passo con la tua mente. Lo stesso hanno fatto le corde vocali. Cantano quando è il giorno buono. Gli altri giorni, e sono tanti, sono cattivi.
Ho sempre apprezzato suoni "pieni", ma ricordo chiaramente di aver registrato per esperimento con due miei amici un pezzo di chiamiamola "elettronica". Quando l'abbiamo risentita abbiamo riso per ore.
Perché sul "gotta move" dovevo allungare e...sembrava un muggito. Oh, perfettamente a tempo, ma era proprio un "muuuuuuuve" ahahahah. Bellissimo. Epico direi.
Ci sono state altre occasioni. Tante, troppe per metterle tutte insieme in un solo post...
Una me la ha ricordata oggi mia sorella. Mi ha mandato il link di un album dei Counting Crows "August and everything after". Lei mi chiede- ti ricordi la storia di questo cd?!- Io lì per lì brancolo nel buio...poi riascolto la canzone e bam!!!
Mi ricordo sì! Ero andata a fare una prova come cantante e la Laura era venuta con me perché ero terrorizzata (beata gioventù). E un tipo, ribattezzato "il diforones" ci aveva chiesto se eravamo gemelle.
E noi ci eravamo guardate ghignando e dicendo "va bene, però falla girare" ed eravamo scoppiate a ridere come due sceme. Gemelle. Mia sorella era la metà di me. Anche per tutto il resto non ci assomigliamo proprio.
Comunque alla fine li avevo invitati tutti al mio compleanno, perché ad una certa età il mondo è fatto solo di musica e persone.
E loro mi avevano regalato proprio il cd dei Counting Crows. Pensa te cosa si è ricordata stamani la mia sorellina. Pensa cosa mi ha ricordato.
Era un periodo bellissimo. Fatto di motorini, lunghi viaggi al freddo per raggiungere posti da lupi dove però suonavano gli amici-fidanzati dell'epoca.
E vivevamo tutto in maniera estremamente intensa, un litigio fra coppia all'interno diventava una crisi generale per tutto il gruppo! Perciò telefonate, incontri più o meno segreti per risolvere "la questione" e poi, come è naturale a quell'età, tutto si risolveva in una bolla di sapone e vissero e suonarono tutti felici e contenti.
Anche perché un gruppo musicale è un legame forte e quindi le rispettive "ragazze" diventano una propaggine del ragazzo e, citando i Modena City Ramblers: "grande famiglia grande eh! eh!". Tutti fratelli e sorelle.
Insomma è un ambiente unitissimo, forse troppo; di eccessiva e totale condivisione, dove gli altri, i non familiari, non sono proprio amici, sono amici/ospiti.
E forse nemmeno questa è la spiegazione giusta. No.
Ad ogni modo io lo ricordo bellissimo e terribile. Un periodo fantastico per tanti versi, ma per come ero fatta io, troppo stretto. Soffocante. Le donne di un gruppo così legato a volte, specie a quell'età, riescono ad essere crudeli. A creare "tradimenti" dove non ce ne sono. Complotti manco fosse "Il trono di spade".
Ed io forse questa cosa non ero in grado di accettarla. Il fatto di dover anche essere "all'altezza" del ragazzo- ragazzo che io, tra le altre cose ho molto amato- mi faceva ogni tanto andare in apnea. All'altezza in amore non dovrebbe esistere. Discorsi da psicopatici.
Insomma alla fine sono esplosa. Non riesco. Non tollero le dipendenze. Di qualsiasi tipo esse siano.
Alcune persone mi hanno detto "ma se sei sposata". Quella non è una dipendenza, è una scelta potente, cialtroni!
Ehm.
Insomma: tornamus! come direbbe Harry Potter.
Quando sei ragazzetto ti capita di farti "le canne" con gli amici.
Io dopo poco ho smesso per due motivi:
1)non mi facevano un cavolo per via delle mie medicine
2)non mi andava di "doverle" fumare per convenzione sociale.
E non giudicate male. La dipendenza era nella mia mente; seppur sociale, io la sentivo potentemente. Ripeto, a quell'età vivi tutto intensamente. Per me era dipendenza.
Dipendenza. Male.
Il giorno dopo stop.
A quell'età ubriacarsi è normale, divertente, quasi un gioco. E se lo fai con la testa, ed alla fine grazie a dio lo facevamo, arrivi a casa ubriaco ma non disfatto.
La prima sbronza che mi sono presa ho trovato mio padre al tavolo di salotto.
Mi ha guardato un attimo. "hai bevuto parecchio?!"
"no no" e ho mancato il divano.
Rideva così forte che ha svegliato la mamma- che non ha riso altrettanto forte. brbrbrbr
E il giorno dopo mi ha spiegato che avendo avuto la nostra stessa età era da ipocriti impazzire di rabbia, ma era giusto fare i genitori e parlare della cosa. Falla con la testa che io non posso essere sempre lì a controllarti.
Ad ogni modo un giorno, così,  ho detto basta bere.
E basta bere.
Con le sigarette c'ho messo tanto, troppo, anche perché vi dirò, non mi andava di smettere. A me è sempre piaciuto fumare. E poi, al momento in cui ho scoperto che dopo ben 18 anni non mi andava più, ma dovevo farlo, allora mi sono resa conto che dovevo trovare il modo.
L'ho trovato, ho smesso, sto bene.
Mi dicono tutti che fino a dieci anni non sei al sicuro. Al sicuro da che?!
Perdio, ho fumato più sigarette, respiro più smog, mangio più schifezze nate da un terreno che spacciano per "pulito" che, se sono a rischio fumando, allora è il rischio minore, posso cominciare domani.
E' che non ho voglia e va bene così.
Mi girano le palle solo perché ci sto mettendo una vita a smaltire i chili presi. Ma anche lì si va a giornate.
Quelle in cui mi dispero (maledette foto sparse per casa) e giorni in cui dico-sì, ma vaffanculo (scusate il francesismo) io resto io-.
Tanti tanti ricordi.
Serate passate a litigare. Serate a parlare di stupidaggini, ma anche serate a parlare di cose importanti e di sentimenti ed idee. A fantasticare di mille progetti, di sogni realizzabili. Organizzare strategie di gruppo per risolvere problemi e creare qualcosa.
E album ed album pieni di disegni che prendevano vita nelle nostre fantasie ed il "fronte di liberazione dei folletti" ed "i nati liberi" poesie e scritti che riempivano l'aria di camera, il rosso, il nero, gli scacchi della vita che si muovevano intorno a noi. E risate litigi, urla in quella casa dove due ragazze adolescenti vivevano la stessa camera. Brbrbrbrb.
Ma guai a toccarne una che l'altra diventava un cerbero. Gente buttata fuori da casa da l'una o dall'altra perché aveva passato "il limite". I guerrieri hanno le loro regole ed il loro onere eh! E allora fuori, marrani!
Mia sorella un metro e 55 di cattiveria, io uno e 65 di rabbia.
Eehh, quanta guerra e quanto amore. E quanta pazienza di due genitori che vivevano con gli occhi alzati al cielo, o a mezz'asta, o con fiero cipiglio e sempre e comunque con le dita incrociate.
E poi amici in comune e amici totalmente diversi, serate insieme e serate lontane e totalmente separate.
Ma stessa musica in camera. Stessa musica tutta la notte. Lettore cd perennemente acceso, la notte la musica che ci cullava. Quella era la stessa. Una melodia che dormiva con noi. A volte una a volte un'altra. U2-Nirvana-Living Color-Counting Crows (appunto) e così via.
E la notte ed i nostri sogni si coloravano di poesia. La nera Morgana, la rossa Elettra. Ah! Che meraviglia! Che mondo fantastico.
E quando ne parliamo e ricordiamo queste cose sembra di essere ancora lì, pieni di eroico furore a mordere la vita e a ballare in mezzo ad una strada per urlare la nostra!
E quando chi sente questi racconti resta un po' perplesso ci chiede:
" E ora dove siete"?

Ora dove siamo?!
Esattamente dove dovremmo e questa è magia buona.

Alla mia sorellina, ai nostri disegni. E' stato bellissimo, anche quando era terribile.


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